Le malattie allergiche rappresentano uno spettro di quadri clinici differenti (respiratori, oculari, cutanei, intestinali) diffusi in tutto il mondo .
Nella prima infanzia l’ incidenza di malattie allergiche è mediamente del 10% ma sale al 20-30% in coloro che hanno una stretta familiarità (genitori e/o fratelli).
Negli ultimi anni l’attenzione si è focalizzata sul ruolo che il microbiota intestinale (l’insieme di microrganismi residenti nel tubo digerente) potrebbe avere nel determinare lo sviluppo di malattie allergiche: è noto infatti che esso modula la risposta immunologica e le risposte infiammatorie a livello sistemico e potrebbe quindi giocare un ruolo importante nell’origine dei fenomeni allergici.
Un recente studio della WAO (World Allergy Organization) ha valutato l’effettiva utilità di una integrazione dietetica con probiotici, comunemente utilizzati nella pratica clinica associati a terapie antibiotiche per “ristabilire l’equilibrio della flora intestinale”, nel trattamento dell’allergia cutanea, dal momento che i probiotici sono microrganismi viventi che avrebbero un’azione di modulazione della risposta immunitaria nelle reazioni allergiche intervenendo sui fenomeni di difesa e di produzione di mediatori dell’infiammazione.
Linee guida per l’utilizzo dei probiotici
Partendo dall’analisi di studi controllati che avessero valutato l’impiego di probiotici in gravidanza e nella prima infanzia sono state stilate delle linee guida con raccomandazioni di utilizzo in 3 gruppi in cui si è dimostrata una positiva risposta ai probiotici:
1) nelle donne incinte ad alto rischio di partorire un bambino allergico
2) nelle donne che allattano un bambino ad alto rischio di divenire allergico
3) negli infanti ad alto rischio di sviluppare allergie ( in entrambi i casi l’alto rischio era definito dalla forte familiarità)
La considerazione finale è che, sebbene non esistano incontrovertibili evidenze scientifiche del ruolo dei probiotici , in tutti questi casi essi abbiano una netta azione preventiva nello sviluppo di allergie e ne sia quindi consigliabile l’utilizzo.
Resta ancora da definire se possano avere un ruolo analogo i probiotici normalmente contenuti nei cibi (yogurt, latte fermentato) ,quindi se essi possano rappresentare da soli un buon fattore di difesa o si debba effettivamente associare un prodotto specifico.